Lombardia, Ferri (Aria): "Giusto fare i controlli, ma è tutto rendicontato"

Francesco Ferri

Quattro mesi in trincea per far girare la macchina della Regione e rifornire la Lombardia di tutti i dispositivi di protezione possibile e ora il rischio che una sola fornitura di camici appanni tutto il lavoro di questi mesi. Francesco Ferri presidente di Aria non ci sta a mettere la società sul banco degli imputati e spiega ''il lavoro immane'' di questi mesi di lockdown fatto da una realtà che, nata solo un anno fa dalla fusione di tre aziende regionali, è diventata un modello che ora altre regioni cercano di imitare.

''Tutti gli acquisti che facciamo -spiega all'Adnkronos- sono fatti nella massima trasparenza e non solo vengono rendicontati puntualmente fino all'ultimo centesimo al commissario dell'emergenza, ma vengono ricontrollati con auditing interno che abbiamo attivato. Ribadisco che ogni azione è fatta a norma di legge''.

Secondo Ferri ''è giusto che laddove si possa prospettare qualsiasi sospetto più o meno fondato vengano fatti ulteriori accertamenti, compresi quindi quelli della magistratura, ma posso dire con assoluta certezza che tutto quanto è stato fatto al meglio delle nostre possibilità in un periodo di vera emergenza da stato di guerra''. Certo, spiega il manager ''c'e' stata la deroga al codice degli appalti per acquisire in tempi rapidi i beni in piena crisi sanitaria, ma lo abbiamo fatto recependo le ordinanze della Protezione civile e della presidenza del Consiglio, indicazioni recepite dalla Regione Lombardia che si è avvalsa poi di Aria come società strumentale''.

Un compito non facile ''se si pensa che nel giro di due settimane siamo riusciti a far lavorare da remoto 4500 persone della Regione garantendo quindi la piena operatività e al contempo andando a cercare sui mercati nazionali e internazionali i dispositivi necessari per farli giungere il più in fretta possibile a tutti gli ospedali, ai medici di medicina generale, alle residenze per anziani''.

Ferri snocciola i numeri per far capire la portata degli interventi in un momento in cui c'erano Paesi, come la Germania, che vietavano l'export di presidi sanitari. ''Seguendo le procedure del governo abbiamo comprato 28 milioni di camici per 126 milioni di euro. 68 milioni di guanti in nitrile, 44 mln di mascherine ffp2 e ffp3, 110 milioni di mascherine chirurgiche e altro ancora per un totale di 365 milioni di euro spesi in prodotti messi immediatamente a disposizione della collettività per fronteggiare la crisi, e cioè più di quanto abbia fatto qualsiasi altra Regione.

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